La storia che si ripete sotto nuove sembianze

Le pagine dei libri a volte sono troppo strette per contenere la storia di tutti gli ebrei, delle streghe, dei liberi pensatori e dei mistici che ad un certo punto si videro perseguitati. Anima(li) da tenere a bada, addomesticare e ammaestrare.

L’inverno lascia spazio alla primavera, a cui segue l’estate, poi l’autunno e di nuovo l’inverno. Il ripetersi delle stagioni, di un tempo lento che si ripresenta ciclicamente. Così è la storia, almeno per qualcuno.

La storia dei grandi viaggi, delle grandi conquiste, la storia politica dei popoli, dei loro usi e costumi. Colombo, Darwin, la civiltà Egizia e quella Maya, il 1848 in Europa, il periodo dell’Inquisizione. Una storia quest’ultima, nata tra il 1180 e il 1231 e durata più o meno cinque secoli.

Frammenti di esistenza popolano il cosmo, idee, parole ed azioni cambiano l’universo. Le pagine dei libri a volte sono troppo strette per contenere la storia di tutti gli ebrei, delle streghe, dei liberi pensatori e dei mistici che ad un certo punto si videro perseguitati. Anima(li) da tenere a bada, addomesticare e ammaestrare.

Vi starete chiedendo, in fondo cosa accomuna questa gente, a parte l’evidenza scientifica del loro essere umani e quindi dotati della facoltà di linguaggio (come se fosse poco!)?

Erano profondamente attratti dalla differenza, dalla diversità di opinione e credenze, da una coscienza irriducibilmente libera ed individuale. Libera, sì!

Nei tempi in cui nasce e si sviluppa il fenomeno dell’Inquisizione, il modo in cui il singolo viveva il proprio sentimento religioso, non riguardava solo lui ma l’intera collettività, tutta la società. La diversità era considerata un pericolo e potenzialmente nociva.

Questo ieri, figuratevi se oggi non siamo liberi di dire la nostra! Abbiamo WhatsApp, Instagram, facciamo i Tik Tok, postiamo su  Facebook… come dite? Vi hanno bloccato il profilo per trenta giorni? Eh si, ma voi che avete scritto?

Vabbè, torniamo alla storia, un salto all’indietro di circa 700 anni quando per esempio la diversità nella fede, nelle opinioni, nei costumi, era vissuta come potenzialmente in grado di dissolvere il sistema sociale, di aprire in esso pericolose ed insanabili crepe.

Bisognava mettere un freno, controllare, verificare che tutto procedesse come il reggente della Chiesa o dello Stato e giusto un paio di personaggi di fianco a lui avevano stabilito che andasse. Sempre 700 anni fa più o meno dico, mica oggi.

Fortunati noi ad essere nati a cavallo della Generazione Y, nei secoli prima infatti non potevi certo dire tutto quello che ti passava per la mente senza creare scompiglio sociale! E comunque, se lo dicevi, difficilmente riuscivi ad evitare il rogo, ma prima ti chiamavano negazionista, anzi no ieri non ti chiamavano così, ieri ti chiamavano eretico.

Proprio così, ieri ti chiamavano eretico e poi applicavano precise procedure da manuale: interrogatorio, tortura, sentenza, abiura, processione che conduceva al rogo, una scintilla e smettevi di parlare una volta per tutte.

Oggi al massimo ti bloccano un account; se proprio esageri ti licenziano senza giusto motivo; se sproloqui contro qualcuno della tua stessa classe sociale, quella a cui appartiene ormai il 98% della popolazione mondiale e quindi quella dei poveri, rischi di beccarti una denuncia, se vuoi farlo contro un signorotto.. beh, pensaci bene, magari conta fino a dieci, poi morditi la lingua, fai una giravolta, falla un’altra volta, guarda in su, guarda in giù e dai un bacio a chi  vuoi tu.

Gli Stati di allora, per garantire un ordine sociale, come faceva la Chiesa, avevano trovato un sistema per vivere in pace:  pressione sulle coscienze e repressione delle diversità.

Feste, banchetti, poltrone e divani, nessuno poteva turbare la stabilità e i piani di chi teneva le redini della società ecco perché avevano messo su il tribunale dell’Inquisizione, una struttura semplice e solida sul piano organizzativo.

C’è bisogno di fervida immaginazione per capire il meccanismo ed il contesto in cui operava il tribunale, d’altra parte è roba d’altri tempi che toccava a poveri sfigati, o forse più che poveri, a gente non tanto benvoluta, a volte visionaria che in qualche caso ha cambiato il mondo come Galileo Galilei, Giovanna D’Arco e Giordano Bruno.

Foto copertina Scott Umstattd

Testo Fabiola Cosenza
fabiola@rivistaliquida.it

Direzione editoriale Piergiorgio Greco
piergiorgio@rivistaliquida.it

Questo articolo fa parte della serie Eretici e Negazionisti per LiQMag n.18.

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