Bagno 342

Non me ne frega niente se non ho sposato la mia fidanzatina delle scuole superiori per poi ridurci come quella famiglia che ho avuto il piacere di conoscere oggi, non me ne importa nulla di avere un posto fisso perché ho deciso di votarmi ai sogni e ad una vita di incertezze. Sono felice.

“Una bottiglia d’acqua naturale, per favore!” “Prego, sono due euro e cinquanta centesimi!” Mi chiamo V. e faccio lo scrittore, o meglio, al momento, faccio il barista sulla spiaggia. La gente qua si diverte, anche i libri fanno parte del tempo libero delle persone, quindi, perché no? Mi è sembrato un compromesso razionale tra la vita che voglio e quella che mi posso permettere.

Qualche giorno fa riflettevo su come la gente concepisce le vacanze, c’è chi vive in funzione di quei due giorni di libertà come se costituissero l’evento centrale dell’anno. Una ragazza coi capelli rossi e un tatuaggio tribale mi ordina con voce squillante e serena: “Una piadina col prosciutto e una coca cola alla spina!”

“Ecco a te!” Di notte fa la ballerina in una discoteca, ci sono andato un paio di volte. “Cosa fai nella vita?”

Bella domanda. Forse intende “cosa vorresti fare” o forse “cosa fai quando non fai il barista?” o magari “cosa fai stasera?”. Potrei avventurarmi in spiegazioni profonde o limitarmi a guardare i suoi occhi verde mare, solo che prima che io possa accennare una risposta qualsiasi, una faccia arcigna rovina la magia del momento. “Mi da due succhi d’ananas!”, ordina tenendo per mano un mostro di ragazzino e una bambina piccola con il costume delle Winx.

Ammicco alla ragazza che sorride pensando di avere ottenuto almeno un paio delle risposte.

I suoi denti bianchi con un brillantino sull’incisivo illuminano la tristezza del momento, quella donna avrà sì e no la nostra età e mi domando che cosa possa avere fatto per ridursi così.

Il lui di lei entra in scena e mi da proprio l’idea del cafone: paga e il ragazzino mi sorride, mi è quasi simpatico. Penso alla faccia di quella mamma quando la bambina perderà la verginità e mi viene da ridere. Lei invece, questa dea che di notte fa la ballerina e di giorno mi ordina la piadina al prosciutto è rimasta lì e ha assistito a tutta la scena.

“Mi chiamo S., stasera non lavoro, ti va se usciamo a bere qualcosa?” “Certo, anzi, piacere io sono V. (ma credo lo sappia già), per me va bene per le 22.00, anche qua in spiaggia, se ti va.” “Ok. Qua per le 22.00. A dopo.” S. scompare avvolta nel suo pareo e mi sembra che anche il tatuaggio tribale mi stia sorridendo: non vedo l’ora che arrivino le dieci di sera per uscire con lei.

Sono le 22.00 e lei è davanti all’ingresso del bagno 342, indossa un miniabito bianco e un paio di sandali infradito e io mi sento un po’ coglione nei miei short fantasia abbinati alla camicia nera. Entriamo. “Cosa bevi?” “Mojito!” “Due mojito per favore!”

Il mio collega mi guarda come se fossi un dio perché lei è una vera strafiga. Rivedo l’immagine della famigliola felice che si gode la serenità della vacanza e mi viene da ridere. S. propone: “Facciamo due passi in riva al mare?”

Sono sulla spiaggia più bella del mondo perché lei è la ragazza più bella del mondo e io sono l’uomo più felice del mondo perché ho accanto lei.

Non me ne frega niente se non ho sposato la mia fidanzatina delle scuole superiori per poi ridurci come quella famiglia che ho avuto il piacere di conoscere oggi, non me ne importa nulla di avere un posto fisso perché ho deciso di votarmi ai sogni e ad una vita di incertezze. Sono felice. S. mi parla dei suoi progetti, mi spiega che sta lavorando al locale per risparmiare denaro e che quest’autunno inizierà a frequentare un prestigiosa accademia di danza; vuole fare la ballerina nei teatri.

Amo questa donna. La amo profondamente. Amo i suoi sandali infradito che si riempiono di sabbia, amo i suoi capelli rossi che le fanno risaltare l’abbronzatura. Amo lei. Noi due stanotte ci amiamo davvero.

Testo di Laura Azzali
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Foto Visionimiopi tratte da “FREE LOVE”
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Direzione artistica, style e modella Mariagrazia Aiello
Modelli Ciro Spagnuolo, Gaetano Ciampà

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