Canù, la cannuccia commestibile

Quanti modi ci sono per salvare il Pianeta dall’inquinamento? Una cooperativa marchigiana ha prodotto Canù, la cannuccia commestibile che sostituisce quelle di plastica.

Restando in tema d’innovazione e agroalimentare (vedi: Focus Impresa a Km 0 – ARAN-C), facciamo un salto nelle Marche.

È ormai da qualche tempo che è iniziato il processo che dice addio alla plastica monouso e piatti, posate, cannucce, bastoncini cotonati, mescolatori per bevande hanno i minuti contati. Ma quali sono le alternative a questi oggetti ormai indispensabili alla nostra quotidianità? Una soluzione ha provato a darla la Cooperativa marchigiana Campo di Fossombrone progettando Canù, la cannuccia commestibile.

La Cooperativa opera nel settore dell’agricoltura biologica e commercializza soprattutto pasta. Canù è a base di riso e mais, completamente gluten free e priva di OGM. Il progetto ha la sua genesi negli “Ziti”, un tipo di pasta forata corta, poi trasformata in una pasta più lunga. Il colore di Canù è quello classico della pasta che normalmente utilizziamo a casa, però si può colorare in maniera naturale aggiungendo ad esempio le lenticchie rosse.

Tale progetto è preceduto da altre sperimentazioni come Sorbos, la cannuccia con zucchero glassato, amido di mais e acqua, disponibile in sette aromi differenti (zenzero, cannella, mela, limone, lime, fragola, cioccolato), oppure Lolistraw, che tra gli ingredienti principali ha alghe marine, ma si possono aggiungere diversi aromi tra cui fragola e caramello.

Foto copertina Social Cut
Testo di Fabiola Cosenza
fabiola.cosenza@rivistaliquida.it

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