Sentivo sfiorire tutto. E volli il tuo cuore. Che fosse lui a strappartelo perché tu, Biancaneve, mi stavi portando via l’unico uomo che mi sfiorava il volto, mi baciava con tenerezza e mi ripeteva che ero bellissima. Bellissima, sì.
Lui mi vide, sorpreso e felice, aveva indosso ancora i panni del viaggio, l’odore della sabbia rossa del Deserto degli Ubbari. Neanche guardai mia madre ma sentivo la sua gelosia corroderle il cuore con odio crescente.
Lei sapeva leggere il cielo e le carte. E io volevo sognare lui, mi impegnavo tanto che poi non riuscivo a dormire per ore e ore. Mi svegliavo delusa all’alba con le occhiaie scure e mia madre mi strattonava giù dal giaciglio con violenza e rassegnazione.
Mia madre mi ha insegnato una sola cosa: a sopportare tutto per mantenere la giovinezza più a lungo possibile. Perché, mi diceva con stizza e tracotante invidia e paura, la bellezza è l’unico scudo che può difendere una donna.